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Thursday 19 September 2013

Ragguagliatemi

Non voglio passare per quella noiosa, ma leggendo quello che scrive la gente ITALIANA su facebook...quindi non straniera che vive in Italia...giusto per sottolineare il concetto, mi chiedo se l'italiano venga sempre insegnato nelle scuole.

Perciò ve lo chiedo da quassù: Viene sempre insegnato l'italiano nelle scuole? E soprattutto, vengono ancora corretti gli orrori grammaticali?

E' vero che la scuola italiana è sempre più bistrattata dalla politica che non destina i giusti finanziamenti ecc ecc, cose che si sanno, però, voglio dire, non è che sono state eliminate le ore di italiano porca miseria!
Dire che la scuola pubblica è bistrattata non esenta i professori dal correggere gli orrori di italiano...perché ho veramente l'impressione, nessuno si senta offeso, che al giorno d'oggi i professori (di tutte le materie, badate bene), lascino correre sugli errori di grammatica.

Quando leggo cose del tipo "d'avanti" invece di "davanti", "ha" invece di "a" o viceversa, "c'è" invece di "cioè", "cè" invece di "c'è" per non parlare di "pò" al posto di "po' " e potrei continuare a lungo, mi piange veramente il cuore, ma mi viene pure il nervoso, perché per me questi errori sono inconcepibili, insieme con il non corretto uso di congiuntivo e condizionale!
Come può un professore non fare una parte di merda (perdonatemi il francesismo) ad un suo alunno che scrive certi abomini? Anche un professore di scienze, matematica, storia, non solo d'italiano!
Come si può avere il coraggio di lasciare che la gente torturi così la lingua italiana, la lingua di Dante, Leopardi, Carducci, Ungaretti, Calvino, Pasolini, tanto per citarne alcuni?

Fosse per me, se su un compito trovassi scritta una delle parole elencate sopra, metterei il 3 diretto!

Però si sa, che oggi i poveri studenti non possono essere corretti, se no alcuni genitori si arrabbiano perché il professore è troppo severo...ma per favore!

"Niente è più terribile di un'ignoranza attiva" (W. Goethe)

Vi saluto con qualche immagine tratta dalla pagina facebook "Insegnare la grammatica italiana a chi crea gruppi".



6 comments:

  1. Io scrivo pò, lo ammetto, perché è più immediato :P
    Per il resto ne approfitto per dedicare una preghiera al congiuntivo, il martire del secolo.
    Però anche questa è evoluzione della ligua. La lingua deve essere pratica, ed è ovvio che in base alle esigenze della società in quel determinato momento essa si evolve: molti si lamentano del linguaggio da sms, ma in realtà io la trovo un'evoluzione interessante. Risponde a necessità di immediatezza che in qualche modo riportano al latino, che era meno disteso dell'italiano in molte espressioni. L'italiano si è evoluto come una lingua di virtuosismi, quando e finché era necessario che lo fosse, adesso si sta tornando per necessità ad uno stato quasi geroglifico, con immagini che sostituiscono le parole o parole che vengono ridotte al minimo. È affascinante e non bisogna averne paura perché la lingua ha questo scopo.
    Certo la conoscenza della lingua deve comunque esserci. D'avanti è una cantonata e basta.

    Poi tieni conto che ogni sito ha un proprio livello culturale: su facebook una metà è fatta di finti intellettuali che usano una buona dialettica senza dire niente, per fregare l'altra metà che è fatta di mezzi analfabeti.
    Io mi chiamo Iris, e lì mi ritrovo 9 volte e mezzo su 10 a spiegare che è un nome da donna...

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    2. Il fatto è che la maggior parte delle cose segnalate da Ele non sono né un esempio di evoluzione della lingua né dell'esigenza di rapidità connaturata a SMS o social media (brava Iris o Iride, come a te garba di più, per la citazione sociologica da McLuhan): "d'avanti" invece di "davanti" è solo crassa ignoranza. Solo sull'omicidio del congiuntivo o sul mancato uso delle preposizioni questo ragionamento può ancora reggere, ma tale fenomeno raggiunge proporzioni che si traducono solo in un impoverimento della lingua, non in una sua semplificazione: si pensi alla differenza tra le due frasi "se avessi chiamato ti avrei risposto" e "se chiamavi ti rispondevo".
      Infine, l'ultima obiezione la conservo per la frase sul latino come lingua senza virtuosismi: si considerino i due famosissimi incipit
      "Multas per gentes et multa per aequora vectus
      advenio has miseras, frater, ad inferias,
      ut te postremo donarem munere mortis
      et mutam nequiquam alloquerer cinerem."
      e
      "Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur."
      La presenza di virtuosismi della prima poesia e l'eleganza della seconda frase hanno poco a che fare con la povertà di linguaggio di chi scrive "d'avanti".

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    3. No non intendevo dire che il latino non ha virtuosismi, ma che l'italiano ne ha di più, è più "distesa" come lingua. Abbiamo parole e frasi lunghissime per esprimere concetti semplici, siamo (stati) un paese di poeti.

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  2. Sì, è vero che su facebook ci sono tanti analfabeti, anzi, io mi meraviglio ogni giorno di più di quanti ce ne siano...un'altra perla è la parola "avvolte" per dire "a volte", secondo me indica una grossa lacuna che gli insegnanti dovrebbero colmare con un po' più di severità quando correggono i compiti, soprattutto gli insegnanti di italiano quando correggono i temi.

    Io uso il linguaggio da sms, ma non lo considero un'evoluzione della lingua italiana, perché secondo me non si può snaturare troppo la propria lingua con parole che sembrano venute fuori da un codice fiscale, o con troppi inglesismi.

    Secondo me non importa che tutti siano dei sofisti, ma che parlino correttamente sì!

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    1. Sì ma vedi questa cosiddetta "snaturazione", non è altro che un sinonimo di evoluzione. Molte cose prima di evolvere devono essere sviscerate. Pensa se tornasse in vita che so, Manzoni!
      Direbbe che siamo delle capre che hanno deturpato la lingua italiana :D
      Andando indietro l'italiano è molto più ricco ed elegante, quindi così come è oggi quello corretto appare povero, rispetto a prima. Questo discorso è stato affrontato in ogni epoca.
      Alla fine al di là degli errori dettati da ignoranza pura come quelli che hai citato tu, le critiche si riducono ad un fattore estetico, musicale.
      Ma lo scopo di una lingua non è essere bella, ma utile. Imparando l'italiano sulle poesie e sui romanzi (che vivono di esercizi di stile), si tende a dimenticarlo.

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